martedì 26 gennaio 2016

Il quarto stadio

15 commenti:

  1. Questi divisionisti. Dividono tutto. È una fissa proprio..

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    1. Tu sei uno forte, mica come quella fighetta che sedeva davanti a me...

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    2. Ma lo sa che è la stessa identica cosa che ho pensato di fronte al mio commensale? Abbiamo diversi punti in comune io e lei dott. Bagnai, a quanto pare. Se ciò sia un bene o un male lasciamo che sia il tempo a stabilirlo.
      Sempre vostro,
      N.

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    3. Ho visto Giuseppe M. alla stazione Termini prendere un treno per Verona...

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    4. Aveva un fucile giocattolo in mano? No, perché se è lui adesso sta a Regina Coeli...

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  3. Questa famosissima immagine ci è stata fatta analizzare in aula ad un corso di Storia di Genere. La cosa interessante è che lei Prof, a parte la battuta su internet, ha colto un particolare su cui ci ha fatto mettere l'attenzione la Professoressa in aula e che nessuno di noi studenti aveva notato autonomamente. Secondo sia i socialisti che in comunisti infatti la "donna" in quanto tale non era portata per la lotta di classe. Era un tema che non era in grado di comprendere davvero e per cui non sentiva. La donna, nell'immaginario comunista e socialista, anche se non veniva detto esplicitamente, era sempre vista come una creatura capace di guardare soltanto al "suo", un suo che riguardava se stessa e la sua famiglia(marito e figli) ma che non poteva certo arrivare ad abbracciare un'intera "classe" o a confrontarsi con i grandi temi della società. E poi non dimentichiamoci che, sempre nella visione dei quadri dirigenti di queste forze politiche, gli uomini votavano a sinistra (almeno potenzialmente), mentre le donne erano inevitabilmente e naturalmente più vicine alla chiesa, e "votavano per quello che diceva loro il prete". Dovevano sempre essere viste con un po' di sospetto in quanto non delle vere alleate nella "lotta di classe".

    Quindi, alla domanda della Professoressa: "Vedendo quest'immagine, secondo voi, la donna in primo piano con in mano il bambino, cosa sembra dire all'uomo che cammina impavido?", la risposta data dalla stessa Prof è stata :"Ma cosa ci vai a fare alle riunioni di partito così spesso? non lo vedi che hai una moglie a casa senza neanche un paio di scarpe ai piedi e che deve anche tirare su un bambino? cosa hai in testa? la lotta di classe? ti metti a fare la lotta ai padroni con una moglie scalza e un bambino da crescere? non metterti di traverso a chi ci da lo stipendio con cui viviamo! vieni a casa e alla lotta di classe di ci penserà qualcun'altro, la tua famiglia è più importante". Quindi ancora, al di là della battuta su internet la sua lettura dell'immagine era stata corretta ed acuta.

    Fra l'altro in questo corso, ad una lezione abbiamo avuto come ospite un'altra grande Storica, oggi in pensione, esperta dalla Storia dell'unità d'Italia, che ci ha fatto notare quello che su questo blog sanno tutti. E cioè che ai tempi dell'unità gli squilibri economici fra nord, centro e sud della penisola erano molto meno accentuati, ed ha poi aggiunto:"pensateci quando vi sentite dire che l'eventuale unità politica dell'Europa risolverebbe magicamente le nostre attuali difficoltà economiche". Al che è arrivato il classico luogocomunista che le ha chiesto :"ma come Professoressa? lei non pensa che solo in un contesto di Stati Uniti d'Europa la nostra condizione economica potrebbe essere finalmente e definitivamente risolta?" La risposta dell'anziana e sagace Professoressa mi avrebbe fatto venire voglia di spellarmi le mani dagli applausi, e fu la seguente :" Lo scenario da lei descritto porterebbe soltanto alla "meridionalizzazione" di interi Paesi, quelli dell'area mediterranea in primis. E per meridionalizzazione intendo il rassegnarsi all'idea di tirare avanti nella stessa maniera in cui hanno tirato a campare per anni regioni come la Calabria o la Sicilia".

    A dire il vero mi è capitato spessissimo di sentire in aula, dai miei professori, spunti interessanti e che riguardano da molto vicino i temi affrontati qua sul blog. Però non glieli posto mai perché mi space andare OT su ogni post che pubblica..

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    1. Ed, onestamente, la battuta non era un'analisi socio-economica sullo status della donna nel contesto della lotta per le rivendicazioni sociali, ho semplicemente tratto ispirazione da mia moglie (non solo il commento, ma anche l'età della ragazzina è compatibile con quella del dipinto).

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    2. Secondo me gli dice:

      Donna "ma hai sentito quello in televisione cosa ha detto?!? Che dobbiamo riavvicinarci alla durezza del vivere!
      Ma hai capito cosa sta succedendo?!? Che ne sarà di nostro figlio?”

      Uomo: "certo che ho capito, con i compagni del pd ne discutiamo oggi."

      Donna: "e quindi?? Siete sempre li a menarvela! Fate qualcosa!"

      Uomo: "zitta femmina! Tu non puoi capire.... Non va bene perché ci vuole più Europa!"

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    3. Pardon! però il fatto che la donna in questo dipinto "tiri" indietro l'uomo, comunque, era stato colto ;-)

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    4. Rosa Luxemburg si sarà rivoltata nella tomba.

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  4. Salve, Proferror Bagnai. C'e' Varoufakis:

    http://www.ted.com/talks/yanis_varoufakis_capitalism_will_eat_democracy_unless_we_speak_up#t-615823

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  5. Il quinto stadio mi fa pensare alla soluzione generale delle equazioni algebriche di quinto grado.
    Soluzione notoriamente impossibile, la cui impossibilità venne compresa da Evariste Galois, e Niels Hendrik Abel prima di lui, ma senza averla potuta divulgare essendo morto miseramente tre anni prima.
    Qualsiasi moneta comune, non nel senso di moneta ordinaria, ovvio, se é concepita per fornire privilegi ad una ristretta cerchia di persona, non può offrire vantaggi a tutti.
    Questo è molto più facile da capire della spiegazione del perchè le equazioni algebriche di quinto grado non possono avere
    una soluzione generale, e tantomeno quelle di ordine superiore.

    E dire che proprio gli italiani del Rinascimento, Scipione dal Ferro, in primis, Niccolò Fontana detto il Tartaglia, Girolamo Cardano, Antonio Maria dal Fiore, e Ludovico Ferrari ci diedero attraverso rocambolesche vicende la soluzione generale delle equazioni cubiche.
    Soluzione poeticamente dal criptata dal Tartaglia in questo modo:


    Quando che 'l cubo con le cose appresso x3+px
    Se agguaglia a qualche numero discreto: = q
    Trovami dui altri, differenti in esso; u-v = q
    Da poi terrai, questo per consueto,
    Che 'l loro produtto, sempre sia eguale u·v =
    Al terzo cubo delle cosenetto; (p/3)3 El residuo poi suo generale,
    Delli lor lati cubi, ben sottratti 3√u - 3√ v
    Varrà la tua cosa principale. = x

    In el secondo, de cotesti atti
    Quando che 'l cubo, restasse lui solo
    Tu osserverai quest'altri contratti,
    Del numer farai due tal part'a volo,
    Che l' una, in l'altra, si produca schietto,
    El terzo cubo delle cose in stolo
    Delle quali poi, per commun precetto,
    Terrai li lati cubi, insieme gionti
    El cotal somma, sarà il tuo concetto.

    El terzo, poi de questi nostri conti
    Se solve col secondo, se ben guardi
    Che per natura son quasi congionti.
    Questi trovai, et non con passi tardi

    Nel mille cinquecent' e quattro e trenta;
    Con fondamenti ben sald' e gagliardi
    Nella Città dal mar 'intorno centa

    ( x3+px = q u-v = q u·v = (p/3)3 3√u - 3√ v = x)

    Altri tempi.
    Per volesse approfondire, sempre per divertirsi

    "L'equazione impossibilile" di Mario Livio. BUR 2006

    Marco sclarandis

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    1. Pensavo, al momento del blocco dei commenti, "poco male, basta il post". Ma perdersi commenti come questo sarebbe una vera perdita per me, che sono ignorante ingegnegnere!

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